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Desidero iniziare questo articolo spendendo qualche parola sulla cinofilia. Chiunque assuma la meravigliosa responsabilità di condividere la propria vita con un cane dovrebbe essere consapevole dell’estrema importanza di creare una corretta relazione ed educazione del e con il proprio animale; questo getta le basi per una vita serena di tutto il branco e per una doverosa convivenza civile nella società. Il fondamento dell’educazione in cinofilia è creare un rapporto saldo e determinato, con una gerarchia ben stabilita dove il cane riconosce nel padrone il suo leader, il punto di riferimento in grado di tutelarlo nel mondo e con il quale divertirsi, lavorare, vivere a pieno ogni singolo giorno. Questa relazione, questa sinergia, questo rapporto, NON si costruisce con il cibo; purtroppo molti proprietari continuano a tenere le tasche piene di biscottini, wurstel, bocconcini….. ma in questo modo il cane vede nell’uomo semplicemente un “distributore di cibo” e non il compagno/leader al quale affidare la propria vita. E quando il bocconcino finisce? E quando l’ambiente circostante offre al cane uno stimolo più forte del biscotto? E quando, un giorno, il cane decide che quel bocconcino non gli piace più?

Oltre a questo, bisogna considerare che i cani (come tutti gli animali) sono creature perfette, con il loro delicato equilibrio fisiologico e biochimico; riempirli di bocconcini ogni volta per premiarli, per far fare qualcosa, per “comprarli” mina il loro organismo e si assiste ad un incremento di patologie molto simili a quelle umane: obesità, diabete, problemi articolari, sbilanciamenti metabolici.

Tutto questo non ricorda qualcosa?

Un esempio tra tanti: per gratificare una persona (un figlio, un compagno, un amico) non si ricorre spesso ad un gesto culinario? “Se ti comporti bene poi ti prendo un gelato”…. “Sei stato bravo/a prendi un dolcetto”…. “festeggiamo: ti porto fuori a cena!”.

Sicuramente l’atto del nutrirsi ha anche una valenza sociale importante, come è doveroso soprattutto nei momenti di ritrovo della famiglia; tuttavia, fondare ogni gratificazione ed ogni premio con un cibo (spesso un cibo spazzatura, dal momento che non ho mai sentito qualcuno gratificare con una carota!) è dannoso. Dannoso psicologicamente, perché si creano associazioni emotive per le quali un vuoto deve poi essere riempito con il cibo; dannoso fisicamente perché si generano dipendenze che hanno un crescendo: se prima la caramella bastava, poi si richiede il cioccolatino, poi il cioccolatino ripieno, poi la torta elaborata, poi la pizzetta, poi la focaccia, poi una delle tante trovate pubblicitarie che giocano proprio su questo circolo vizioso.

Il premio, la gratificazione, l’elogio nel lavoro con i cani sono: la carezza, la gioia che il proprietario manifesta nell’atteggiamento verbale e non verbale, il correre insieme, il giocare insieme dopo un lavoro particolarmente intenso. In questo modo entrambe le parti (uomo e cane) si costruiscono a vicenda senza alcun filtro, nel profondo, riequilibrando anche lo stato emotivo, riducendo gli ormoni dello stress. La stessa identica cosa dovrebbe essere applicata in tutte le relazioni umane: genitori/figli, nonni/nipoti, insegnante/allievo, personal trainer/cliente….. Sarebbe meraviglioso se ogni volta che desideriamo incontrare un amico ci si potesse concedere una bella passeggiata assieme, nella quale chiacchierare in serenità scambiandosi fluidamente i pensieri e le emozioni, invece che rinchiudersi in un locale a bere aperitivi e lamentarsi dei chili in eccesso!!!!!!


Dott.ssa Elena Maria Bisi
Biologa Nutrizionista

Categorie: Nutrizione

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