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Quando si intraprende un percorso di miglioramento si affrontano nel tempo più fasi. Questo vale anche e soprattutto per il riequilibrio alimentare (o dieta, nella vera definizione del termine).

Si comincia con molta forza di volontà e molta determinazione, che permette di affrontare le difficoltà organizzative iniziali (sempre che le motivazioni siano corrette); segue poi un momento di “noia”, che personalmente reputo legato ad un aspetto mentale, il più refrattario al cambiamento e che tuttavia richiede proprio un cambiamento. Nella fase di noia consiglio sempre di giocare con gli alimenti, di sfruttare tutte le risorse che la natura offre, anche se (come la sottoscritta) non si è molto amanti del cucinare…. Lo stesso tipo di cibo (il classico pollo, per esempio) può modificare sapore e aspetto se cucinato con differenti tipologie di spezie (pollo con curry, pollo con salsa di pomodoro e origano, pollo con funghi) o abbinato a differenti tipologie di ortaggi e verdura.

Esiste poi una fase del percorso che tutti sono chiamati in un determinato momento ad affrontare; quando questo possa accadere non è prevedibile, perché dipende strettamente dai percorsi di vita di ciascun individuo. Questa fase coincide con uno o più momenti “devianti” nella vita: un cambiamento di lavoro, di casa, un viaggio importante, un matrimonio, una malattia, un lutto, la nascita di un figlio, una situazione che richiede il massimo dell’energia quotidiana. In ciascuna di queste situazioni è quasi inevitabile che si perda del tutto il controllo sull’alimentazione, perché in questi casi entra in gioco la valenza emotiva del cibo.

Ma abbandonare le corrette abitudini perché altre abitudini sono modificate non può essere una giustificazione e non deve essere una conseguenza inevitabile! È in questi precisi periodi di vita che una sana alimentazione aiuta corpo e mente (già sotto pressione) ad affrontare ogni situazione.

Come fare? Innanzitutto mantenendo una dispensa ricca di alimenti sani, nel caso in cui un’emergenza quotidiana tolga tempo alla preparazione dei pasti; tenere una disciplina nei pasti stessi: ricordarsi di garantire i 3 pasti principali esattamente come fosse una terapia farmacologica.

Inoltre, ricordarsi che il supporto e l’aiuto di un bravo professionista sono necessari anche per questi periodi; rivolgersi ad un nutrizionista non serve solo per “perdere peso” ma anche per non perdere il rapporto sano con il cibo in momenti straordinari dell’esistenza.

Dottoressa Elena Maria Bisi

Categorie: Nutrizione